E’ stato restaurato come fosse un quadro, il Palazzo Landi di Chiavenna che si trova lungo lo Stradone Farnese a Piacenza. Un intervento che ha riguardato parti fondamentali della struttura: tetto, facciata e portale. Il Marchese Manfredi Landi, proprietario dell’immobile, e l’arch. Giovanni Gallosi, che ha curato il progetto, ci raccontano i numerosi, impegnativi passaggi che hanno portato al risultato finale.
Un palazzo di straordinaria bellezza restituito alla città in tutta la sua imponenza. Un gioiello che in realtà, nonostante le dimensioni, si mostra con estrema eleganza a chi percorre quello che ancora oggi rimane un asse viario tra i più importanti di Piacenza.
UN RECUPERO RAFFINATO PER UN FABBRICATO IMPONENTE Circa due anni di cantiere (con alcune soste nei periodi invernali), 62 metri di lunghezza per 16 di altezza, la facciata del fabbricato è stata oggetto di un recupero impegnativo e delicato. Al lavoro, l’Impresa Raimondi di Piacenza, per le parti di edilizia tradizionale, e Alessandra D’Elia, con il suo team, per il restauro. “La parte del restauro è stata svolta come se si trattasse di un quadro- racconta il Marchese Landi- un lavoro di spatola, senza inserire aggiunte, ma consolidando l’esistente”.
“Abbiamo cercato di conservare tutto quello che era originale-aggiunge l’arch. Gallosi-seguendo il criterio di mantenere intatte, valorizzandole, tutte le parti decorative.”
Con 57 finestre solo sulla facciata, delle oltre 75 che danno luce al Palazzo, non sono mancati gli elementi su cui intervenire. Ma impegnativo è stato anche il lavoro sul tetto, mille metri di superficie. Anche in questo caso, seppur limitato alla parte edile, si è trattato di un intervento lungo e oneroso in termini economici.
Agevolazioni? “Non abbiamo potuto usufruire di nessuna delle agevolazioni previste, tra cui il bonus facciate- ci spiega il Marchese Landi-non siamo riusciti perché il costo del lavoro murario è stato superiore alla percentuale in base alla quale vi si poteva accedere. Ci riconosceranno, probabilmente, un contributo ministeriale per i beni culturali (solo per la facciata) ma non sappiamo ancora di che entità e con quali tempi.”
“Si tratta di un contributo che può arrivare a coprire il 50% delle spese-ha specificato l’architetto Gallosi-ma la percentuale, di volta in volta, viene stabilita in base alla disponibilità del Ministero per questo tipo di intervento, con tempi, pare, non lunghissimi come in passato.”
UN PO’ DI STORIA Un monastero, probabilmente, la destinazione dell’edificio precedente a Palazzo Landi e di cui restano alcune parti. In questo caso, un palazzo edificato su un’area libera lungo Stradone Farnese, già allora asse strategico nell’urbanistica piacentina, sul confine tra gli orti e la città.
Dal ‘600 in poi si sviluppa invece la storia che lega questo luogo, con sorti alterne, alla famiglia Landi. “E’ l’inizio del XVIIII° secolo quando Gian Battista Landi delle Caselle (1634-1722) si stabilisce in un antico edificio situato lungo lo Stradone Farnese, il quale verrà quasi del tutto riedificato per volere del figlio Francesco Maria” lo ricorda, in un saggio, la dott. Elena Gardi che aggiunge “Il palazzo è frutto di interventi di ristrutturazione e di ampliamento intercorsi nell’arco di due secoli mediante l’acquisizione di singole unità abitative.” Personalità emergenti nel campo dell’architettura, quali Antonio Tomba e Paolo Gazola, nell’800, si occuparono di questa trasformazione con una prima, decisa impronta di stile e di gusto.
E gli interni? Oltre agli affreschi realizzati nella prima metà del 700 da Bartolomeo Rusca, sono diversi i dipinti di pregio che costituiscono l’apparato decorativo di Palazzo Landi. Non solo. Come descritto da Elena Gardi: “Predominano elementi come gli stipiti di legno intagliato e dorato delle porte, i cristalli e i vetri di Murano dei lampadari, i pavimenti in legno, i camini sormontati da quadri e specchi..”
UN RESTAURO DA PREMIO Come uno scrigno che conserva al suo interno tesori di storia, arte e ricordi personali, Palazzo Landi di Chiavenna è tornato dunque a risplendere illuminando anche lo Stradone Farnese, di cui occupa, in lunghezza, una parte considerevole. Liberata dai ponteggi, la facciata, è apparsa in tutta la sua bellezza.
Difficile ignorarla, impossibile non ammirarla pensando a come questo restauro ne abbia davvero valorizzato le linee e le forme. E anche il colore, frutto di una scelta articolata attraverso diverse sfumature, valutate in accordo con la Sovrintendenza, ha contribuito a restituire questo Palazzo come straordinario protagonista del patrimonio architettonico/artistico di Piacenza. “Eppure la città sembra non essersene accorta-commenta non senza amarezza il Marchese Manfredi Landi– nessuno delle istituzioni cittadine, che pure ho incontrato in questi giorni, ha commentato l’intervento e sono pochi quelli che hanno espresso considerazione per questo recupero”. Un intervento dettato da necessità di consolidamento ai fini di una maggior sicurezza e di una costante, dovuta manutenzione, certo; ma anche un contributo a quel percorso di cura e rispetto per l’anima storica della città.
Infatti anche a Piacenza esistono premi dedicati proprio a sottolineare il valore e l’importanza di eccellenti restauri, non solo per i proprietari dell’immobile, ma per l’intera comunità. E chissà che anche per Palazzo Landi di Chiavenna non arrivi un riconoscimento di questo tipo. Nel caso, sarà sicuramente più che meritato.