Freschezza ed energia di un giovane interprete ,Jan Lisiecki, hanno restituito in modo fedele e rinnovato tutto il vigore di una delle opere più affascinanti di Beethonven, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5, detto Imperatore, venerdì 28 febbraio, al Teatro Municipale di Piacenza.

In dialogo con il pianoforte di Jan Lisiecki, l’Orchestra della Svizzera italiana, guidata dal direttore Krzysztof Urbański, alla guida della compagine orchestrale anche nella seconda parte del concerto, da protagonista, con la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68. di Johannes Brahms.
UN CONCERTO EMOZIONANTE Applausi convinti per tutti e tanta emozione nell’ascoltare opere non eseguite frequentemente dal vivo, eppure tanto attuali e così moderne nell’esprimere sentimenti profondi. Pagine di musica senza tempo, difficili nell’esecuzione, piene di insidie tecniche, pura poesia se, come nel caso del concerto a Piacenza, interpretate con bravura e con un virtuosismo che non tradisce fatica e sforzo. E così abbiamo visto (e sentito) le mani del giovanissimo Jan Lisiecki, scorrere veloci sulla tastiera, generando suoni cristallini, modulati in sfumature infinite di intensità e volume.
Bravi anche i musicisti dell’Orchestra della Svizzera italiana che, grazie alla bacchetta Krzysztof Urbański, hanno concertato con il pianoforte in un dialogo convincente ed emozionante. Protagonisti, anche in questo caso con un’ottima esecuzione, con la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68. di Johannes Brahms, molto vicina, per diversi aspetti, all’esempio beethoveniano.

GLI INTERPRETI Davvero sorprendente Jan Lisiecki, che sul palcoscenico appare ancora più giovane della sua età (30 anni tra pochi giorni). Nato in Canada, ma polacco di origini, Lisiecki é acclamato interprete di Beethoven in tutto il mondo, apprezzato in particolare per come suona i cinque concerti, opere che esegue singolarmente o in ciclo completo.
Il suo curriculum conferma la definizione di astro nascente del pianoforte , con almeno cento concerti all’anno e un lungo elenco di direttori e orchestre prestigiose con cui ha lavorato. Nel 2013 è stato il più giovane artista della storia a ricevere un Gramophone Young Artist Award, oltre al Leonard Bernstein Award. Le sue registrazioni sono state premiate con il Juno e l’Echo Klassik.Krzysztof Urbański.
A Piacenza non si é risparmiato. Ha eseguito il Concerto di Beethoven con trasporto e bravura, lasciando il pubblico con il fiato sospeso per 40 minuti, senza un attimo di noia, restituendo una pagina di musica arcinota con il piacere di ascoltare qualcosa di comunque inedito e unico, come solo le grandi esecuzioni dal vivo riescono a fare.

Non da meno Krzysztof Urbański. Attualmente Direttore musicale della Berner Symphonieorchester, Direttore musicale e artistico della Warsaw Philharmonic oltre che Direttore onorario ospite della Trondheim Symphony. Urbański è dal 2022 Direttore ospite principale dell’Orchestra della Svizzera italiana, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy.
Lavora regolarmente con numerose orchestre prestigiose quali i Berliner Philharmoniker, Münchner Philharmoniker, London Symphony Orchestra, Staatskapelle Dresden, Gewandhausorchester Leipzig, Bamberger Symphoniker, Orchestre de Paris, Tokyo Symphony Orchestra, Chicago Symphony, New York Philharmonic, Los Angeles Philharmonic e la San Francisco Symphony.
A Piacenza si é cimentato in un programma difficile, prova di alto livello per qualsiasi bacchetta. Bravo nell’intrecciare l’orchestra al pianoforte in Beethoven, restituendo un insieme omogeneo, pur nella varietà timbrica, più che convincente con Brahms, in una delle Sinfonie più famose e difficili.

Longeva e di alto livello esecutivo, l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia quest’anno il novantesimo anniversario, sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI). Anche a Piacenza é stata apprezzata e applaudita da un pubblico numeroso. L’ha accolta un teatro quasi gremito, come raramente si vede per la concertistica, con tanti giovani, a riprova di come anche la musica colta resti viva e attuale, se presentata con programmi accattivanti e ottimi interpreti.